Ho intervistato il “collaboratore di giustizia” gastronomico – il critico (non) visto a MasterChef 11

Una serata importante giovedì 17 febbraio a MasterChef 11, due eliminazioni “pesanti”, giovani ma affermati chef come ospiti ma in particolare lui, il critico mascherato. Un giornalista dal volto sconosciuto che recensisce senza remore ristoranti di ogni livello. E che ha il coraggio di dire, e scrivere, quello che tanti vorrebbero leggere. Ho intervistato Valerio M. Visintin

Non vi svelo ovviamente il modo (e il mezzo…) come abbia ottenuto (e fatto) l’intervista! Ma ci sono riuscito. Ovviamente devo decidere che argomenti affrontare e in particolare come rivolgermi: Critico Mascherato o signor Visintin? Nel dubbio resto nel vago, faro’ le domande in modo anonimo!! Ma vi svelo un particolare: entrambi tifano Inter.

Il critico mascherato Valerio M. Visintin a MascherChef 11 Video Clip

La mia intervista al critico mascherato: il giornalista Valerio M. Visintin

Non le chiedo di MasterChef ma delle possibilità che hanno questi ragazzi (e i ragazzi in generale) di lavorare nella ristorazione. Con quello che abbiamo passato, e con le difficoltà economiche di esercenti e clienti, la ristorazione in Italia ha un futuro? 

La ristorazione è un comparto commerciale imprevedibile, ma potenzialmente florido e inesauribile. Eppure, si ritrova in stato di crisi. Certo, si pagano le conseguenze dei flussi e dei riflussi pandemici. Ma i sintomi di un malessere crescente erano già presenti prima del Covid. La ristorazione pativa improvvisazione, inflazione di insegne sul mercato, precariato dei lavoratori, infiltrazione mafiose. Per tutto ciò, è difficile stabilire se i ragazzi possano o non possano trovare prospettive serie in questo ambito. Io dico che tutto è possibile: è una mano di tarocchi.

D. Nel settore gastronomico sono cresciute soltanto le piattaforme di delivery e ecommerce (penso in particolare al vino): i ristoratori (da soli o in gruppo) potrebbero creare nuovi modelli e proposte? 

Potrebbero, ma hanno dimostrato di non esserne capaci. D’altra parte, delivery è un’abitudine recente, in Italia, e risponde alle esigenze di una clientela limitata anagraficamente e socialmente, che predilige portate popolari nei prezzi e di pronto consumo, come la pizza, i panini, il pollo arrosto, il sushi o i cavalli di battaglia della cucina cinese.

D) Ovviamente delivery è in grado (piu’ o meno) di “nutrire” soltanto i clienti. Chef a domicilio e home restaurant potrebbero contribuire a “coccolare” il cliente portandogli le giuste attenzioni, o è una strada non percorribile?

Parliamo di un settore particolare, un mercato di nicchia, riservato a ceti sociali abbienti. E’ e resterà così.

Le proposte dei ristoranti italiani stellati sono le piu’ diverse. Non troviamo una omogeneità come location, cantina, menù e prezzi. L’unica cosa che quasi tutti gli stellati hanno “standardizzata”, sono le due acque minerali. Solo un condizionamento psicologico dei ristoratori?

L’aristocrazia della cucina occidentale è condizionata dall’onnipresenza della Nestlé, attraverso i marchi delle sue due acque minerali. Nella mente degli chef più ambiziosi s’è fatta strada, quindi, la convinzione che da quelle due etichette debba cominciare la scalata alla élite. Se pensassero di più al loro lavoro e non fossero ossessionati dai riconoscimenti pubblici, sarebbero meno fragili, meno influenzabili; sarebbero professionisti più credibili e maturi.

D)Ha mai avuto dei ripensamenti sulla scelta di fare il “collaboratore di giustizia gastronomico”, il critico mascherato?

Lo dicono in tanti, parlando del proprio lavoro. Ma ho proprio la fortuna di fare un mestiere bellissimo. Cerco di assolvere al meglio i miei compiti. E se mi maschero, è proprio a questo scopo. È un debito di riconoscenza verso il destino che pago volentieri.

D. Per noi comuni clienti l’unica arma per dire la nostra, nel bene e nel male, è scrivere una recensione. Esiste un codice morale da rispettare?

Certo. È lecito giudicare, anche severamente, quel che si mangia e tutto quel che si vede. Ma senza mai mancare di rispetto alle persone.

D. Caro critico mascherato, volessimo conoscere meglio il giornalista Valerio M. Visintin, ci indica un libro, un blog o un canale social, dove farlo?

Sono presente sui Facebook e Instagram. E da lì passa più o meno tutto quel che faccio.

Valerio M. Visintin si presenta così sui social – Critico gastronomico e modesto scriba per Corriere della Sera, Vivimilano e altri liberi spazi. Direttore della scuola www.scriveredigusto.it mangiare.milano.corriere.it

Grazie per l’intervista, anche se a distanza. Quando finalmente potro’ venire a Milano mi piacerebbe intervistarla dal vivo, anche mascherato.

Ovviamente, per me interista e di Pistoia, niente di meglio del ristorante dove è nata la grande Inter: nel ristorante Alla Collina Pistoiese.

Mi lascia con una risposta enigmatica “ahahahah! Mi pare giusto”.

– ci sarà il critico mascherato o Valerio M. Visintin? Vedremo –